Il mental coaching e la psicologia applicata alla performance sportiva sono oggi sempre più sotto i riflettori, addetti ai lavori quali psicologi, educatori e sociologi si interessano di questa branca della psicologia specifica per l’ambito sportivo orientato alla prestazione, in quanto in essa si scoprono aspetti che esulano dalla sola psicologia, per entrare in ambiti che vanno dall PNL – Programmazione Neurolinguistica, alle recenti scoperte neuroscientifiche e del cognitivismo, fino ad aspetti delle antiche tradizioni dello Stoicismo Greco-Romano da Marco Aurelio a Socrate, senza dimenticare dei coinvolgimenti con la filosofia e la saggezza delle discipline orientali e zen.
Intrecci fra discipline e possibilità di sviluppo del Mental Coaching sportivo
Molteplici intrecci disciplinari dunque, con la possibilità di studiare le conformazioni posturali del soggetto / atleta, i comportamenti istintivi e/o irrazionali, i valori “sistemi di credenze” consci e inconsci, i movimenti involontari, i condizionamenti psicologici etc. Un pattern di ambiti e di interrelazioni che vanno a coinvolgere di base la psiche e la coscienza dell’individuo a più livelli, dal conscio, al subconscio fino all’inconscio, ossia tutto quel mondo che finisce con il determinare in modo inesorabile le performance di una persona nelle sue attività professionali, sportive e non, ma anche in tutte le dinamiche di vita.
Si pensi ad ad esempio ai campioni dello sport che non hanno saputo applicare al loro immenso talento, metodologie mentali e disciplina, tali da poterli rendere dei campioni anche nella vita?. Subito ci viene in mente il mito di Diego Armando Maradona, genio e sregolatezza, ma allo stesso tempo possiamo dire, quanti sono quei talenti che non sarebbero diventati i numeri 1 nel loro sport senza mindset e forza mentale? pensiamo a Cristiano Ronaldo che si allenava anche quando i suoi compagni erano già sotto la doccia da un pezzo, cercando con metodo e disciplina del lavoro quella perfezione fisico-psichica che lo ha reso per anni uno dei primi calciatori al mondo.
Oppure a tutti quei campioni del tennis come il nostro Jannik Sinner, che non possono non lavorare sulla loro psiche per rendersi forti sia nelle situazioni di gara che durante la fase non meno importante degli allenamenti e della gestione della vita post allenamento.
Il Mental Coaching sporitivo nella performance lavorativa
Compreso quanto oggi stia sempre più divenendo attuale l’ambito del Mental Coaching sportivo e non solo, possiamo con interesse pensare di declinare queste metodologie e tecniche di psicologia sportiva al mondo delle professioni e del lavoro, ritenendo che vi siano di base molti aspetti in comune, avendo entrambi, sport e lavoro, in comune molti fondamentali fra i quali prestazione e risultato.
Non è cosi raro ritenere che un professionista, un imprenditore, un dirigente, un medico, o una pop-star quali attori e cantanti, possano giovarsi dell’ausilio di un mental coach ad indirizzo sportivo. Basta pensare a quanto alcune professioni, seppure affascinanti e ricche di soddisfazioni, richiedano al pari di quelle sportive, una capacità di tenufa psico-mentale oltre che fisica, integrando la capacità di gestire, emozioni, stress, difficoltà e metodologie di lavoro in condizioni di pressione da risultato.
Un nome della musica italiana che ha avuto il coraggio di ammettere il suo attuale periodi di difficoltà è stato il giovanissimo cantante Sangiovanni, che proprio durante Sanremo 2024 ha dichiarato di volersi prendere un periodo di pausa dai concerti per ritrovare un suo equilibrio emotivo, denunciando come da anni viva periodi di difficoltà psicologica profondi. Sicuramente un caso come questo è ambito della psicologia in primis, ma un buon mental coach con competenze trasversali potrebbe offrire risultati anche migliori di uno psicologo nel ripristinare l’equilibrio emotivo di una persona, andando a lavorare proprio su quello che è il territorio del mental coach sportivo, ossia motivazioni, fiducia, e visione prospettica della vita e delle situazioni.
Questo è chiaramente solo un esempio rappresentativo, che fa notizia per la popolarità della persona, tuttavia dobbiamo pensare che in una società cosi sempre più avulsa nelle relazioni, che richiede competitività e performance, lasciandoci spesso senza via d’uscita, e facendoci sentire come ingranaggi di un apparato, – per citare il filosofo Umberto Galimberti – l’equilibrio psicologico diviene sempre più fragile e precario per tutti, nessuno escluso.
Ecco che dotatrsi di un mental coach anche ad indirizzo sportivo, può essere funzionale a mantanere un equilibrio interiore anche nella vita di tutti i giorni e nel lavoro, offrendovi come consiglio ulteriore, quello della meditazione e delle discipline orientali, con passaggi fra campane tibetane e riequilibrio energetico, che sicuramente possono offrire molto anche sul piano dello stress e della gestione dell’equilibrio emotivo; ma qui entriamo in un’altro ambito, del quale mi giovo spesso e che utilizzo e consiglio a tutti i miei assistiti e di cui magari parleremo in un articolo dedicato.
Buon mental coaching a tutti!.
Antonino